Stefano Carnicelli

SCRITTORE

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9/3/2016… Roberto Vecchioni a L’Aquila con “Il mercante di luce”.

“Piero siamo pronti; puoi accompagnare il Prof.”. Ci siamo … dopo tanti anni il momento è arrivato. Per la prima volta, ho la possibilità di presentare Roberto alla mia città. Nel mio immediato momento di tempo verticale, come direbbe lui, passo in rassegna, nell’istante, gli ultimi 30 anni della mia vita; tanti sono, infatti, da quando sposai l’idea di avere un maestro di vita. E’ quel maestro è lui: Roberto Vecchioni. Le sue canzoni, i suoi testi, hanno rappresentato una fonte perenne di notizie, di spunti, di approfondimenti letterari. Da quelle parole senza tempo, usate nell’armonia della perfezione, ho imparato la vita, la gioia, il dolore. Anche la mia piccola scrittura nasce da lì. L’emozione è a mille; è assurdo, penso, ho parlato in pubblico tante volte… oggi è diverso; al mio fianco c’è Roberto. Una breve presentazione per spiegare che questo grande Uomo non è un irraggiungibile. Al contrario; è persona disponibile e con uno staff attento e audace. Il mio invito non è caduto nel vuoto e oggi siamo a L’Aquila. La sala è gremita. Non ci sono posti liberi. In verità, molte persone non sono riuscite a entrare, tanto grande è stato il richiamo dell’evento. Si parte; un caloroso applauso ed entra in scena il Prof. Si muove sul palco mentre parla per raccontare la storia, la poesia, il tempo. Esordisce con una poesia di Saffo e poi un viaggio nella storia fino alle origini… dove tutto nacque. Roberto incanta e cattura la platea.

C’è un silenzio assoluto che dimostra un coinvolgimento totale. Il Prof. ci parla della bellezza, di una bellezza senza tempo che è sempre appartenuta agli uomini… perché gli uomini hanno inventato gli uomini. E poi le parole… l’incanto, l’eleganza e le origini delle parole. Roberto le prende in fasce, le culla nella storia e le pone al pubblico come fossero delicate creature da preservare da una dilagante mediocrità. E’ la volta del mercante di luce, dell’uomo illuminato e illuminante che diffonde sfavillii. Stefano Quondam non ha tempo, non può perdere tempo. Ha solo pochi giorni per spiegare al suo unico figlio, colpito da una terribile malattia, la bellezza della vita. Lo farà raccontando la poesia e la letteratura dell’antica Grecia perché tutto nacque li. Dovrà insegnare anche l’amore: il sentimento più bello e al tempo stesso più doloroso; lo farà attraverso i versi di Saffo. E poi Aiace; la sua forza, la sua audacia, la sua integrità… vivrà finche c’è vita e, soprattutto, finché ci sarà luce. “Non importa quanto tempo si vive, ma con quanta luce dentro”. Ora, quel giovane e sfortunato ragazzo saprà affrontare il suo triste destino. “Non ho paura”, dirà a suo padre. “Non sono io, sei tu il mercante di luce”, gli risponderà il padre; come una luce irradiata che torna indietro dopo aver tanto illuminato. Il buio è svergognato, è vinto! Osservo Roberto muoversi sul palco. E’ un fiume di parole, un divulgatore di bellezza, un narratore e oratore sopraffino. Lo guardo dalla mia postazione e mi appare come un uomo dai tanti volti. Mi appare quel “piccolo uomo” del libraio di Selinunte. Poi è la volta del pifferaio magico che si trascinava dietro le parole. Infine, l’uomo della luce. L’applauso finale è scrosciante, vivo, sentito, ricco; sembra non finire. Chiudo l’incontro “strappando” al Prof. la promessa di un futuro incontro aquilano, quando il suo nuovo romanzo sarà in libreria e quindi pronto a illuminare nuovamente i lettori. Con tanta luce, soddisfatti nel cuore e nell’anima, non si può non pensare di aver avuto la fortuna di acquisire qualcosa di molto importante. Un grazie di cuore Prof. e a presto… L’Aquila ti aspetta.  

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