Stefano Carnicelli

SCRITTORE

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Eremo di San Giovanni

Sabato 20/6/2020. Ancora un giro sulla Majella che sposa le bellezze naturali alla storia religiosa. Visitare l’Eremo di San Giovanni, ritenuto il più inaccessibile tra quelli celestiniani, è come aprire il cuore a delle emozioni particolari. Non puoi descriverle; puoi solo viverle mentre affronti gli ostacoli che portano tra le rocce vissute, per anni, da un Papa “scomodo”. C’è uno spirito particolare che ti invade per lasciare segni importanti nell’anima. Partenza da Fonte Tettone. E’ un cammino lieve tra il verde più verde grazie alle tante piogge delle ultime settimane. Il Belvedere della Rava dell’Avellana offre un panorama mozzafiato. C’è l’affaccio sull’alta valle dell’Orfento. Lo sguardo si perde verso un’infinita bellezza. Si passa per il rifugio Di Marco prima di affrontare boschi ricchi, colorati e radure incantevoli che preannunciano la discesa che porta all’Eremo. Passaggi difficoltosi e accessi non proprio semplici, rendono ancora più bella la meta. Si entra “strisciando” su rocce levigate stando qualche metro sospeso da terra. Una forma di rispetto all’uomo, alla fede, alla coerenza interiore. Le nostre montagne appaiono ancora più affascinanti e la presenza di Pietro da Morrone (Celestino V) non può che renderle eterne…

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