Stefano Carnicelli

SCRITTORE

foto

La “Parigi invisibile” nel romanzo “Parole invisibili”…

Ebbene sì. Nel mio nuovo romanzo parlo anche di Parigi. Questa meravigliosa città è anche Les Frigos o le statue di Rachid Khimoune del parco di Bercy. La Parigi “invisibile”, quella che non si vede… lontana dai classici itinerari turistici. Le statue sono dedicate ai bambini del mondo, per ribadire e rispettare i loro diritti. Sono 21 opere realizzate con la “pelle delle strade” – tombini, mattoni, metalli vari, asfalti, etc. – raccolti in diversi luoghi del mondo. Sono lavori realizzati due volte in modo da esporre la statua sia nel parco di Parigi, sia nella città di origine della cultura esposta. Affascinante è anche la storia di “Les Frigos”; immobile adibito, in passato, allo stoccaggio dei prodotti freschi. Con audacia e lungimiranza i carrelli venivano inghiottiti nella pancia dell’edificio fino a terminare all’interno di moderne aree attrezzate. L’edificio era strutturato su diversi piani con numerose celle frigorifero utilizzate, principalmente, per mantenere le carni. Dopo gli anni sessanta la struttura è stata praticamente abbandonata. Per oltre 15 anni i locali di Les Frigos conobbero il silenzio e l’abbandono. In qualche modo si stava materializzando l’idea di un’assurda demolizione; il destino sembrava scontato. Quando tutto sembrava perduto, ci fu il colpo di coda. L’orgoglio francese ebbe un sussulto, un nuovo e inaspettato risveglio. Nel 1985 una società di gestione immobiliare propose l’acquisizione di un primo lotto per una futura gestione mediante contratti di locazione. Arrivarono pittori, musicisti, artigiani, artisti di ogni genere. Erano attratti dalle caratteristiche del luogo: dimensioni, isolamento termico e acustico, possibilità di esprimersi con la massima libertà. Fu avviata una grande opera di ristrutturazione che salvò, da morte sicura, un complesso immobiliare già demolito sulla carta. Nacque un vero e proprio microcosmo creativo, tutto colorato, dove regna sovrana la bellezza dell’arte. Ancora oggi, a distanza di anni dalla trasformazione, Les Frigos accoglie artisti appartenenti a più generazioni. Tra loro, una convivenza tra le ex celle di un vecchio edificio dove ogni artista vive il suo spazio espressivo. Nelle mie “Parole invisibili” Achille è un ragazzo speciale, con delle percezioni particolari. Non può non innamorarsi delle statue di Rachid e sognare di essere un eroico cavaliere che gira il mondo per disintossicare i bambini aggrediti dai metalli pesanti non smaltiti. Non può non restare affascinato dai colori di Les Frigos per analogia nei rispettivi destini di chi viene emarginato e poi recuperato a nuova vita. Sarebbe scontato dire che sono belli il Louvre, Notre Dame o gli Champs Elysee; un turista ordinario è questo che nota. Achille, invece, va oltre. Va oltre il “visibile”, l’ordinario e stana bellezze nascoste pressoché invisibili ai più. Personalmente avevo parlato di Les Frigos, nel romanzo, basandomi sui racconti di mia sorella e sulle mie ricerche. Qualche settimana fa, finalmente, ho avuto l’opportunità di visitare quei luoghi restandone letteralmente colpito… proprio come Achille. L’attesa non è stata disattesa; i colori e il fascino di quei luoghi mi hanno donato delle emozioni uniche. Questo e tanto altro ancora nel mio romanzo. Un invito a leggerlo?

Lascia un commento

Questo sito fa uso di cookie per migliorare l’esperienza di navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’utilizzo del sito stesso. Proseguendo nella navigazione si accetta l’uso dei cookie; in caso contrario è possibile abbandonare il sito.