Stefano Carnicelli

SCRITTORE

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31/3/2017… un grande spettacolo a L’Aquila con Roberto Vecchioni!

Sono passati 4 anni da quel 31 marzo. Ed allora è bello rievocare un bellissimo ricordo. Con l’amico Roberto Maccarrone, non senza qualche difficoltà, riuscimmo ad avere la disponibilità dell’Aula Magna della Caserma aquilana della Guardia di Finanza. Organizzammo tutto nei minimi dettagli.

“Io sono nelle parole e vivo nelle parole”, direbbe il Prof., per dimostrare l’importanza che esse hanno nella vita dell’uomo. Fu un nuovo intenso incontro con Roberto e fummo magicamente inondati da storie di felicità. Un raccontare e un raccontarsi in modo intimo e autobiografico; perché con il Prof. siamo già abituati a sapere di tutto. “Con la vita che si ama”, invece, si entra nella sfera più nascosta e segreta della sua vita; una vita vissuta sempre con grande intensità emotiva e affettiva. Anche in quell’occasione ho avuto l’onore e il piacere di dialogare con Roberto, navigando tra i ricordi del suo tempo.

E’ stato un giorno speciale per me, davanti a circa 500 amici accorsi da ogni luogo della provincia aquilana ma anche da altre zone. Ancora una volta, ebbi la prova che la nostra terra ama il Prof. (e Roberto ama la nostra terra) e lo accoglie, ogni volta, come uno speciale ospite d’onore. In tutto ciò, vive un mio personalissimo orgoglio. I figli, la famiglia? Sicuramente il luogo ideale per vivere la felicità.

E poi il tempo verticale… questo concetto di vita così potente e deciso da contenere ogni attimo dell’esistenza (passato, presente e futuro) nell’istante che si vive, lontano da qualsiasi paura; tutto è a portata di mano e nulla fugge via. Non potevamo mancare i riferimenti alle canzoni, quelle “speciali” dedicate ai figli.

Tra le tante, invitai Roberto a raccontarci la sempre attualissima “Canzone da lontano” per ricordare che ancora oggi, molto spesso, viene negato il diritto di essere genitore. E così Roberto inventa una filastrocca in cui supera la realtà per sfociare nella terra del sogno traendo immagini dal nulla. Fantastica la crescita di una figlia giocando su figure di eroica fantasia… pur stando lontano. E in un ritorno di felicità, quando una figlia lontana penserà finalmente al padre per viverlo… “non è lontano questo lontano”.

Nel finale, ricordo che invitai Roberto a visitare nuovamente le stanze di un’antica libreria dove un piccolo uomo, un libraio meraviglioso, declamava poesie, raccontava la storia e leggeva i classici. Lo faceva per se stesso perché la gente era volutamente sorda.

Solo un bizzarro ragazzino, Frullo, si nascondeva in quei luoghi incantati per ascoltare la magica voce del libraio. Perché “Il libraio di Selinunte” è il libro delle parole; una deliziosa favola moderna che invita a leggere, ascoltare e capire. Roberto chiuse l’incontro con questo grande augurio… occorre comprendere le parole; impararle scrivendole e leggendole. E’ così che si sfocia nella cultura perché la cultura, in fondo, ci rende liberi.

A Roberto e al suo staff, da parte mia e della mia terra, il più sincero GRAZIE per la splendida giornata…

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